La sentenza della Suprema Corte rigetta le ragioni di incostituzionalità del decreto Minniti-Orlando
È uscita oggi la sentenza della Corte di Cassazione in merito all’udienza pubblica del 27 giugno. Entrando nel merito del caso specifico, il rigetto di protezione internazionale per un cittadino maliano, l’avvocato difensore Antonello Ciervo, aveva sollevato cinque questioni di incostituzionalità del decreto Minniti-Orlando.
Le questioni di incostituzionalità sollevate
#noemergenza era presente e, in un precedente articolo, abbiamo descritto le cinque questioni poste all’attenzione della Corte di Cassazione:
- La mancata straordinarietà e urgenza che hanno determinato la redazione del decreto;
- Il mancato rispetto di parità delle parti in sede processuale, mancando l’audizione del richiedente;
- La mancata audizione in sede processuale del richiedente, in assenza di videoregistrazione dell’audizione in Commissione territoriale;
- L’annullamento di un grado di giudizio, garantito invece per i riti di tipo amministrativo;
- La compressione dei tempi previsti per la stesura del ricorso in Corte di Cassazione.
La sentenza di oggi: “questioni irrilevanti e manifestatamente infondate”
Oggi la Suprema Corte si è espressa in modo negativo riguardo le questioni di incostituzionalità, considerandole “irrilevanti e manifestatamente infondate”. Irrilevanti perché tali questioni non sarebbero determinanti per la specifica causa in discussione. Manifestatamente infondate perché la Corte non ha rilevato alcuna violazione della Costituzione da parte del decreto Minniti-Orlando.
Richiesto un commento sul risultato negativo, l’avvocato difensore Antonello Ciervo afferma: “Sono profondamente convinto che le sentenze vadano sempre accettate, quale che ne sia l’esito, anzi soprattutto quando non le si condivide e ti danno torto. Ma a maggior ragione sempre se provengono dalla Suprema Corte”.
È una sentenza che ha un valore non solo giudiziario ma anche politico, che sembra invitare a non insistere sulla strada dei ricorsi in Corte di Cassazione e nella critica al decreto Minniti-Orlando. Che lascia l’amaro in bocca a professionisti/e attivisti/e che lottano per la difesa dei diritti. E che ritengono che la violazione dei diritti dei richiedenti asilo sia solo il primo passo per ulteriori e successive limitazioni.
Quali i prossimi passi?
Il lavoro di contrasto alle violazioni giudiziarie non sembra però arrestarsi. Ciervo aggiunge che è già in cantiere un altro ricorso. Si sta attendendo in questi giorni la data dell’udienza in Corte di Cassazione. Un ricorso, nel merito, differente da quello conclusosi oggi, ma che manifesta le stesse questioni di incostituzionalità del decreto Minniti-Orlando. Vedremo se le posizioni della Suprema Corte saranno le medesime o accoglieranno le istanze degli avvocati e delle avvocate impegnati in queste cause.
Al termine della nostra conversazione Ciervo conclude proiettando la questione di incostituzionalità ben oltre l’udienza odierna: “Che questo rito è incostituzionale lo sappiamo tutti. Lo sanno gli avvocati, i giudici del Tribunale ordinario e anche la Corte di Cassazione. Bisogna vedere chi si prende la responsabilità di dichiarare tale incostituzionalità. Noi non ci fermeremo: preferiremmo di gran lunga che fosse un tribunale nazionale a decidere. Ma se necessario arriveremo alla Corte di Strasburgo per i diritti umani”.