Aggiornamento del 22 marzo: Preso contatto con le associazioni che si stanno occupando della vicenda, siamo venuti a sapere che i ragazzi portati in questura la mattina di ieri per le identificazioni sono stati trattenuti per 13, senza dare loro né cibo né acqua.
Oggi a Roma, in zona Tor Cervara, è stata sgomberata un’occupazione in cui risiedevano centinaia di uomini, donne e bambini di origine africana che non rientrano nel circuito dell’accoglienza. Quella di Via Vannina è un’occupazione tristemente nota: già sgomberata a giugno dell’anno scorso, gli e le occupanti erano rientrati nei capannoni fatiscenti qualche giorno dopo in quanto non era stata offerta loro nessuna soluzione abitativa alternativa.
Secondo quanto riportato da Yasmine Accardo, che da anni porta avanti la campagna lasciateCIEntrare, l’operazione di sgombero di oggi ha seguito una logica molto simile: l’arrivo della polizia non ha avuto nessun preavviso, alcune e alcuni sono stati portati in questura per le identificazioni, in centinaia ora sono letteralmente in mezzo alla strada. L’associazione A buon diritto e Baobab experience hanno monitorato la situazione durante la giornata: rendono noto che solo una famiglia e una donna oggi sono stati presi in carico dai servizi sociali. Per gli altri trattenuti da questa mattina in questura il rilascio è arrivato in tarda serata e per loro non c’è un posto dove andare a dormire.
Il nostro viaggio nell’accoglienza è iniziato da poco, nei prossimi giorni avremmo visitato questo e altri “campi informali” per raccontare anche questo aspetto dell’accoglienza. Ma l’urgenza è tale che non si può tacere, non si può lasciare che l’ennesimo sgombero senza soluzione passi sotto silenzio.
Nei prossimi giorni parleremo del report Fuori Campo di Medici senza Frontiere, da cui emerge che una fetta considerevole dei richiedenti asilo e dei profughi è costretta a vivere in occupazioni come quella sgomberata oggi, in baracche e alloggi di fortuna, in strada. Parleremo del fatto che persone “regolari”, con permessi di soggiorno temporanei o di lungo periodo, non possono di fatto accedere a un piano di accoglienza che garantisca loro un tetto sopra la testa e la possibilità di integrarsi. Parleremo di quelle donne e quegli uomini che rimangono invisibili quando si fanno i conti sull’accoglienza e a cui non è offerta nessuna opportunità.
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